Cosa vogliamo per questo Natale? .......DI PIU'


Mio padre diceva sempre che l'ignoranza è uno dei peggiori mali che possano affliggere una persona, e sebbene da piccolo non comprendessi la ragione dell'affermazione, ora sembra tutto più chiaro.
Pensiamo a quanto sta capitando: ci parlano di una "crisi", ci tempestano di parole il cui suono diventa quasi un tormentone quotidiano: spred, bittippì, bund, biccié, bot. E poi ci sono i nomi: l'onnipresente Berlusconi, il nuovo arrivato Monti, ultimamente ne sono entrati in voga anche altri come Merchel, Sarcosì, Draghi. Ci sono poi le classiche sigle da telegiornale, orecchiate da buona parte degli italiani fra uno spaghetto e una lasagna: euro, tassi, aliquote, iva, irpef, irap, ici, imu, accise, e compagnia bella. La solita roba insomma, mentre nostro figlio, nella stanza accanto, ripete a menadito formule matematiche, l'anno di incoronamento di qualche antico re, e il teorema di pitagora.

All'università non va certo meglio: mentre professori ultracinquantenni (quando va bene) tentano di formare moderni studenti modello e alla moda, (facendo ciò che hanno fatto negli ultimi 30 anni, e cioè pretendere da loro l'esatta definizione da manuale di inflazione, monopolio e domanda elastica) a poche decine di metri, fuori dall'imponente portone della sede universitaria, continua la vita reale. Tutto nella norma: la scuola deve formare, l'università deve offrire delle basi. E va bene. Usciamo dall'università con un sudato pezzo di carta da appendere in camera e offrire come "cieco" lasciapassare per accedere ad uffici di dubbia efficienza ed utilità. Qui inizia una nuova fase, poiché, volenti o nolenti, si viene travolti dall'imperativo sociale del fare il meno per ottenere il massimo. Si formano così evasori,politici corrotti (tangenti, clientele), finanza d'assalto, carrozzoni pubblici, pozzi senza fondo, sprechi, efficienza zero,malavita.
Risorse pubbliche diventano, in men che non si dica, privilegi per privati, mentre debiti privati (generati come metastasi da politici, banchieri,scommettitori della finanza,e potentati di ogni specie) diventano subito pubblici. La vecchia storia della botte piena e la moglie ubriaca, niente di più.
E' chiaro che la cura di ogni albero marcio consiste nell'estirpare la radice, non certo nel potare i rami. Ma la radice è ben più profonda di quanto si pensi, e non risiede certo nelle parole "crescita", "competitività delle piccole e medie imprese", "contenere l'inflazione", e così via. No, la radice da estirpare si riassume in una semplice parola: egoismo. L'uomo di questa società è prevedibile quanto il comportamento di un sasso lanciato da una finestra: accelera mano mano che cade, secondo una precisa legge fisica. Così "l'uomo occidentale" segue la legge dell'egoismo, che si traduce nel volere "di più". Non importa quando già possiede, così come al sasso non importa la velocità ormai raggiunta. Difficilmente un sasso, dopo 150 metri di caduta libera, dirà: "beh ora sto andando abbastanza forte, posso pure fermarmi". No, il sasso aumenterà di velocità, finché non si schianterà al suolo. Così, nessun uomo, per propria natura, è capace di dire: "d'accordo, 20.000 euro al mese di pensione  possono bastarmi". No, l'uomo vorrà sempre "DI PIU'", finché non si schianterà come il sasso. Qualcuno opporrà che l'uomo, a differenza di un sasso, può cambiare. L'uomo ha un cervello, l'uomo gode di libero arbitrio. Appunto: LIBERO arbitrio. Quindi, finché posso avere di più, anche a costo di far morire altri di fame (tanto chi li conosce?), chi me lo fa fare a rinunciare? E perché devo rinunciare io , se il mio vicino non lo fa? Sono forse meno di lui? No, voglio essere PIU' di lui.
 In genere, l'egoismo sociale conosce battute d'arresto in occasioni di grandi catastrofi, come guerre mondiali, calamità naturali.  Sono stimoli così forti da spingere l'uomo a riflettere e a cambiare rotta. Ma sono solo momenti di pausa. L'uomo, infatti, dimentica facilmente.
Assumendo, dunque, che l'egoismo umano, o meglio, l'egoismo sociale può risentire soltanto di lunghissimi cicli di adeguamenti e migliorie genetiche (un po' come certi animali, che nel corso di dozziliardi di anni hanno perso la coda, perché hanno "capito" che era solo dannosa), e nel breve periodo della vita di una persona risulta dunque incontrollabile come una malattia che segue un suo andamento, di cui il singolo, specie se piccolo operaio con famiglia a carico,  non può che essere spettatore, cosa ci rimane da fare? Qui entra in gioco la necessità di pensare a quelle cose che ogni giorno ci fanno dire "che palle sta roba!". Già, quella robaccia tipo tassi di interesse,spread,costo del lavoro,efficienza,produttività. Se c'è infatti un merito dei "potenti" è proprio quello di saper fare per bene i conti, non solo con i soldi, ma anche con la nostra psiche. Ora, è del tutto normale che le proprietà immobiliare della chiesa non vengano tassate,che le auto blu costino alla comunità cifre indescrivibili,che i politici abbiamo stipendi e pensioni da capogiro,che le banche abbiano mandato in rovina mezzo mondo, così come è del tutto normale che per "salvarci" occorra aumentare la benzina,l'iva,l'ici, e colpire così il ceto medio (ovvero la stragrande maggioranza della gente, che non guadagna più di 2000 euro al mese). Tempi duri! C'è crisi! Che possiamo fare? La verità è che nessuno sa bene cosa succede, finché non si arriva a un punto critico, come ad esempio non trovare più il pane al supermercato (come sta quasi accadendo in Grecia).
CULTURA. Parola chiave. Un bambino di 10 anni dovrebbe sapere cos'è un DEBITO ancora prima di saper calcolare l'area del cerchio: scommetiamo che una mente duttile e giovane come quella di un bambino acquisirebbe il concetto di "debito", e tutte le sue implicazioni e conseguenze, molto meglio del'assonnata casalinga, o dell'impreditore truffaldino di turno, che pure hanno diritto al voto? E uno di 13 anni dovrebbe già sapere cos'è una banca, cos'è la moneta, cos'è un "titolo tossico", cos'è un mutuo, cos'è un contratto di lavoro. Bisognerebbe resettare tutto, ripartire dalla zappa e dal fuoco. Studiare, imparare, discutere su come mangiare, dormire, scaldarsi, i bisogni primari dell'uomo. E poi via via, imparare cos'è l'economia, come si è passati dal baratto a facebook. Da 6 a 26 anni. 20 anni di vera cultura...pericolosa cultura.
Invece, capita che il ragazzino di 13 anni possa insegnarci molto riguardo la prima guerra d'indipendenza, o a suonare il flauto, o a squadrare un foglio, o le date delle principali battaglie vinte da Napoleone. E l'universitario conoscerà benissimo gli articoli del codice civile, le equazioni differenziali, le formule di ragioneria. Il problema è che entrambi i soggetti (il bambino e l'universitario) conosceranno (forse) SOLO QUELLE COSE.
Beh, integriamo nel tempo libero, no? Stimoliamo l'interesse per ciò che accade intorno...conosciamo le cause dei nostri malesseri quotidiani, chiediamoci cosa ci spinge a tenere una boccetta di tranquillante in bagno.  Beh, che dire, da questo punto di vista possiamo stare tranquilli: l'offerta culturale è pregevole. Amici,Grande Fratello,Isola dei Famosi,offerte premium superdigitali,film in accadì megatreddì,film di altissimo livello (che figata! La palla di fuoco sembra uscire dallo schermo!),libri indimenticabili che si leggono oggi e si dimenticano fra due giorni (peccato che a volte si salvino i lucchetti di Moccia, che pure hanno diritto di vivere). Forse sotto le ceneri della coscienza e della conoscenza giace ancora qualche carbone acceso...ma chi ha tempo di cercarlo?
Infine, arriva ora di cena: Telegiornale. Ah, che palle...spread,ici,iva,accise. Che stress, che paroloni. Debito pubblico? E di chi è sto debito? Io so solo che prendo 1000 euro al mese netti. E gli altri (i lordi)? Mah, saranno tasse.  Tanto si sa, questi ci spennano sempre. Ma sì, alla fine ce la faremo. Magari il nuovo cellulare a Mario lo compriamo a rate. Oh, ma lo sai che ieri quello stronzo del mio capo voleva togliermi 20 euro dallo stipendio? Dice che sennò l'azienda fallisce. Me lo so magnato vivo! (E i milioni che ti hanno tolto fino ad oggi, mentre cazzeggiavi su internet? E quelli che hai regalato a qualcuno facendo debiti per comprare cose di cui potevi fare a meno? E le cose che a Scuola (non) insegnano a tuo figlio di 8 anni? E quello che all'Università (non) insegnano a tuo figlio di 25? E il dentista che ti fa lo sconticino se non chiedi la fattura, così può comprarsi il nuovo-mega-Bmw-Suv?...Tutto questo, e molto altro, non ti fa leggermente incazzare?).

Buon Natale a tutti 

Commenti

kermitilrospo ha detto…
100 minuti di applausi.

buone feste anche a te.
Ric ha detto…
Ehehe...grazie mille amico..
Federico ha detto…
Richy, non posso che condividere in tutto e per tutto quello che hai descritto.
Vivo in Sardegna dove a causa di questa crisi sta succedendo di tutto.
Qui le persone non meno di 50 anni fa vivevano con nulla, bastava un po di terreno, un piccolo allevamento o una coltivazione.
(C'è chi ci riesce ancora)
Poi arrivo' l'industria, arrivo' la chimica e migliaia di persone con davanti la prospettiva di uno stipendio facile si sono fatte prendere per il naso, vendendo tutto. Queste multinazionali ci hanno distrutto il territorio e adesso se ne stanno andando e le persone non hanno più nulla di cui vivere.
Chi è rimasto nei campi, nella pastorizia, viene stritolato dai prezzi praticati dai grossisti e preferisce buttare il latte o non raccogliere i prodotti dei campi perché non ci rientra con i costi!!!!
Qui tanta gente si sta suicidando perchè non riesce ad onorare i debiti, debiti che per moltissimi agricoltori sono stati creati da errori della stessa regione in materia di finanziamenti!!!
Ma io dico, non andava bene prima?Non andava bene vendere direttamente quello che si produceva?
Devi sapere che adesso qui nei terreni agricoli si coltiva il fotovoltaico!!!Ovviamente le concessioni trentennali dei terreni sono date alle solite ditte milanesi etc.etc.
E quando gli incentivi finiranno, cosa succederà?
Ci hanno riempito i monti di pale eoliche, i campi sono pieni di fotovoltaico e adesso per colpa di qualche politico corrotto ci vogliono far passare un metanodotto che taglia in due la Sardegna dicendoci che si pagherà meno il gas!!!!
Questa storia la conosco già, proprio quando molti anni fa dovevano impiantare le raffinerie, pagherete meno la benzina dicevano.........si si eccome.
Scusa lo sfogo Ricky, ti seguo da tempo e apprezzo quello che scrivi, ma purtroppo quando lotti per far si che le cose migliorino e vedi tutto quello che sta succedendo, vedi che le cose vanno al contrario di come dovrebbero, ti rimane dentro una rabbia che no so descriverti.
Ti auguro buon natale e visto che ci sono anche buon anno, anche al tuo Abruzzo che spero stia iniziandosi a riprendersi.

A presto.
Federico.
Ric ha detto…
Ciao Federico, auguri anche a te
testimonianze come la tua sono preziose, ti ringrazio davvero per essere intervenuto ...
purtroppo hai ragione, sembra retorico affermare "si stava meglio quando si stava peggio", ma sotto alcuni punti di vista non è un'affermazione errata...
l'uomo ha bisogno di evolversi, è vero...ma è come un cacciatore che invece dell'arco preferisce usare la pistola: se non sa ciò che fa, rischia di farsi solo male, piuttosto che aiutarsi. E quest'era digitale, finanziaria, arrivista, non sembra davvero il risultato di una società che si è sviluppata con la dovuta calma, riflessione e in piena cognizione del proprio operato...

un saluto e ancora auguri
Ric
Anonimo ha detto…
Caro Ricky, condivido a pieno il tuo pensiero, aggiungo che le cose cambieranno solo dopo un evento "traumatico", mi spiego meglio, nel mio paese d'origine dopo decenni di finta democrazia e finta alternanza, d'impoverimento generale, di tagli alla spesa sociale, di soppressione di diritti fondamentali nel nome del finto sviluppo e della promessa della crescita, si è verificato un evento "traumatico" a partire dal quale le cose non sono più state le stesse di prima. Non so quando averrà questo evento in Italia, ma stai certo che di questo passo prima o poi si arriverà.

Complimenti ancora per il tuo pensiero e per la tua scelta di vita.
Miguel Josè Ferrara Gomez.
Ric ha detto…
Grazie Miguel...grazie per l'intervento. Volevo solo chiederti: qual è il tuo paese d'origine? Comunque, condivido appieno: la società risente di cambiamenti degni di tal nome solo a seguito di grossi "scossoni", di tipo economico, sociale, naturale...chissà cosa ci attende in Italia.

Un saluto
Ric
Anonimo ha detto…
Caro Ricky, sono nato e cresciuto in Venezuela, l'evento "traumatico" di cui ti parlavo è conosciuto come "El Caracazo" avvenuto nel febbraio del 1989 (lo ricordo molto bene).

Saluti.
Miguel Josè Ferrara Gomez.
Ric ha detto…
E' proprio vero, tutto il mondo è paese...

ciao da Ric
Anonimo ha detto…
Ciao Richy, solo oggi ho scoperto il tuo blog...che ho letto con piacere. Concordo su tutto quanto detto. Non mi spiego come mai "noi" comuni mortali abbiamo capito che le cose in Italia NON VANNO e che continuerà ad andare peggio a causa di quei pochi eletti che non si fanno scrupolo di nulla, ed agiscono solo ed esclusivamente per le loro tasche, mentre chi avrebbe il potere per far cambiare le cose non lo fa. Difficilmente se ne uscirà da una situazione ormai cronicizzata. E purtroppo mi sento anche di dire che l'italiano è diverso da altri popoli che ad un certo punto si sono ribellati contro il potere...noi (perchè mi ci metto pure io...) non siamo così, siamo un po' "pecoroni" e ci adagiamo sperando che qualcun'altro faccia qualcosa. Ogni mattino quando mi sveglio penso che dovrei mollare l'Italia ed andare a vivere in un altro paese in maniera magari più semplice, ma serenamente. Tu che sei stato 3 mesi alle Canarie...pensi che sia un paese in cui ci si integra facilmente? Com'è il mondo del lavoro? Secondo te quanto serve al mese per vivere decentemente? Mi farebbe piacere ricevere un tuo riscontro, che credo sia molto obiettivo. Nel frattempo ti auguro in bocca al lupo per il tuo futuro.
Un saluto.
Vittoria
Ric ha detto…
Ciao Vittoria, la situazione alle Canarie è per molti versi più vivibile, ma anche lì non mancano certo le varie "disfunzioni" e speculazioni tipiche del capitaslismo (soprattutto immobiliari, come in tutta la Spagna)...di certo, però, si avverte tutto in maniera molto più attenuata. I servizi funzionano bene, non c'è traffico, si vive in pace, bassa criminalità, burocrazia snella, clima ottimo. Il costo della vita? Con 600-700 euro al mese un single può vivere benissimo e pagarsi un affitto. Lavoro purtroppo ce n'è poco e niente.
In ogni caso, è un posto che consiglio a chiunque ami la tranquillità, l'oceano, e non ha nostalgia della neve ;)

ti consiglio di visitare anche il blog di un mio amico, "vagabond traveller", ricco di info utili sulle Canarie

un salutone
Ric

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