Parco Nazionale d'Abruzzo: regno di meraviglie - prima parte

Il verde e il bianco d'Abruzzo...

11-12-13-14 Maggio
Luoghi di sosta: Parcheggio sulle sponde del Lago di Scanno – Piazzola sosta fianco strada per Forca D'acero - Parcheggio presso Lago di Barrea


Quattro giorni splendidi. Non avrei mai pensato che il Parco Nazionale D'Abruzzo potesse essere tanto affascinante.


Iniziamo partendo da Chieti martedì mattina intorno alle 11; la nostra prima sosta sarà dopo circa 60km, lungo la strada, attirati dal panorama mozzafiato offerto dalle Gole del Sagittario. Scatto qualche foto, e si riparte; in breve siamo sulla strada tortuosa e stretta che attraversa le Gole, da cui si godono degli affacci vertiginosi. Si attraversano un paio di tunnel scavati nella roccia viva, e sempre più, lungo il percorso, siamo rapiti dall'esuberanza della primavera: fittissime schiere di alberi costellano i pendii fino a protendersi sulla strada, in un trionfo di verde che lascia incantati. Quando raggiungiamo il lago di Scanno, ci troviamo di fronte a un dipinto: lo specchio d'acqua dal tenue color turchino, esteso centinaia di metri, è circondato da montagne ricoperte da boschi lussureggianti che vanno inaridendosi verso le cime innevate dove ancora domina l'inverno. Un'opera d'arte. Pranziamo nel camper, con la finestra aperta, senza staccare praticamente mai gli occhi dal panorama. Trascorriamo parte del pomeriggio sulle rive del lago, avvolti dall'erba, dai fiori e dalla pace. Verso sera andiamo a caricare l'acqua presso una fontanella dall'altra parte del lago. Mentre Silvana prepara la cena, io torno vicino al lago, dove finalmente riscopro alcune sensazioni di libertà, gioia e serenità che non ricordavo da tempo.

L'indomani mattina torno sul lago a scrivere la mia prima pagina “poetica” dopo mesi di silenzio, dopodiché si parte. Una breve visita a Scanno è d'obbligo. Scatto qualche foto, quindi si parte alla volta del Parco Nazionale D'Abruzzo. Il tragitto fino a Passo Godi offre paesaggi incantevoli: montagne, vallate, boschi, grandi prati fioriti. La primavera è ovunque.

Passo Godi si rivela una buona sosta per il pranzo. Siamo a quota 1600 metri, di fronte un tipico paesaggio di alta montagna: grandi pianure, montagne cosparse di erba bassa.

Riprendiamo il tragitto nel primo pomeriggio, e pochi km oltre siamo ufficialmente nel Parco Nazionale D'Abruzzo. Da questo momento in poi: per riassumere, assisteremo ad uno spettacolo indimenticabile. Durante il tragitto verso Barrea, mi fermo un paio di volte per ammirare il panorama: la prima, mi trovo al cospetto della grandiosa Serra delle Gravare, una catena di montagne d'aspetto dolomitico, le cui cime innevate sovrastano un unico, immenso manto di boschi che ricopre pendii e vallate. Rimango diversi minuti ad osservare uno dei panorami montani più belli che abbia avuto modo di incontrare negli ultimi anni. La seconda volta mi fermo sul ciglio della strada per scendere nella scarpata; già dopo pochi metri mi trovo immerso in un modo fiabesco. Sul fondo della scarpata, ricoperta di alberi così fitti da non lasciar passare la luce, scorre un fiume che, poco più in là, va a formare un piccolo bacino d'acqua racchiuso da pareti rocciose. Valeva la pensa fermarsi e fotografare, senza dubbio.

Pernotteremo in una piazzola di fianco la strada che conduce a Forca D'Acero. Di notte il luogo è davvero inquietante, anche perché la pioggia non ha mai cessato di cadere; ma proprio questo renderà la nottata affascinante. Il mattino ci svegliamo con le nubi e con un panorama splendido sulla montagna che abbiamo di lato, da cui ci separa un'enorme vallata di alberi e prati.

Ripartiamo e saliamo ancora più su, raggiungendo in breve Forca D'Acero. Non voglio essere ripetitivo, ma anche in questo caso, non posso non sottolineare la meraviglia dei panorami che incontriamo. La strada scorre attraverso un fittissimo tunnel di alberi che di tanto in tanto si interrompe svelando vallate paradisiache circondate da boschetti che si stendono centinaia di metri più in basso. Arrivati a Forca d'Acero, al confine fra l'Abruzzo e il Lazio, scendiamo dal camper. Ci inoltriamo per un centinaio di metri nel bosco che costeggia la strada e...meraviglia. Siamo in un luogo incantato, dove regnano alberi altissimi, dai tronchi nodosi ricoperti di muschio. Il sole fa capolino di tanto in tanto screziando il sottobosco di scintillanti oasi luminose, e qui le foglie sembrano accendersi e brillare di luce propria. Vorremmo inoltrarci ancora ma purtroppo il meteo non lo permette: è molto freddo e piove a tratti. Quando soffia il vento, le gocce cadono dal ricco fogliame degli alberi, generando un suono che potrei definire “il respiro del bosco”. Un sogno.

Torniamo sul camper e pranziamo. Dalla finestra continuiamo ad osservare il nostro bosco delle meraviglie, che lasceremo un paio d'ore più tardi per dirigerci al Lago di Barrea, dove ci attende una nuova sorpresa. 
(continua nella seconda parte)

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