Parco Nazionale d'Abruzzo: regno di meraviglie - seconda parte

Lago di Barrea...un solo aggettivo: fatato

11-12-13-14 Maggio
Luoghi di sosta: Parcheggio Lago di Scanno – Piazzola sosta fianco strada per Forca D'acero – Parcheggio Lago di Barrea

Parcheggiamo nei pressi del lago di Barrea e scendiamo in spiaggia. Dapprima il lago non ci sembra eccezionalmente bello...dovremo ricrederci mezzo minuto più tardi, quando raggiungiamo un luogo che ho giustamente assimilato ai fantastici paesaggi di Avalon avvolto dalle nebbie. Il silenzio è intaccato solo dallo sciabordio di piccole onde che raggiungono la spiaggia, l'acqua è un placido specchio opaco, immobile, che si perde in lontananza in una grigia coltre di umidità dalla quale spuntano alberi dai tronchi contorti e barbuti. Siamo a soli duecento metri dalla strada, eppure mi sento catapultato in un'altra dimensione, fuori dal tempo e dallo spazio reale. E' il mondo di Artù, dei druidi, delle streghe e delle fate. Continuiamo a camminare e scopriamo altri alberi “barbuti”. Non avevo mai visto alberi di questo genere: la corteccia è ricoperta da uno strato simile a fango essiccato, e dai tronchi spuntano barbe lunghe e foltissime che talvolta avvolgono per intero l'albero stesso. E' un paesaggio davvero unico. Più che alberi, sembrano una qualche tipologia di creature fantastiche che vivono vicino all'acqua. Sicuramente la meta più suggestiva del mio viaggio nel Parco Nazionale D'Abruzzo...direi anzi, senza esagerare, che si tratta di uno dei paesaggi più suggestivi che abbia mai incontrato. Sullo sfondo del lago si susseguono, da un orizzonte all'altro, colline boscose, montagne dalle cime innevate che completano questo quadro di bellezza onirica.
La sera conosciamo una coppia di tedeschi che pernotteranno col loro camper a fianco al nostro, in riva al lago. Si chiamano Frank e Petra e masticando un po' di inglese riesco a intavolare una discussione con loro. Ci parlano dei loro viaggi dalla Germania, di come abbiano apprezzato le bellezze dell'Abruzzo e dell'Italia in genere. Ci invitano anche sul loro camper (più simile a un veicolo militare, per la verità), ci offrono limonata e salatini, e rimaniamo a parlare con loro di viaggi, mete naturalistiche da visitare nelle nostre rispettive nazioni, finché non scende il buio e Petra accende una candela nel mezzo della tavola. Dalla finestra si gode un panorama magnifico: la superficie scura del lago dove appena si intravedono le increspature dell'acqua, un paesello illuminato sulla collina alla nostra sinistra che rende il quadro assolutamente affascinante, tanto che Frank dirà: “Look, only for us!”. E io ripeto “yes, only for us!”
Apprezzo molto questo aspetto della vita in camper: la possibilità di conoscere persone di diversi paesi e nazioni, condividere con loro esperienze, suggerimenti. Fa parte anche questo di quell'irresistibile sensazione di libertà e scoperta che la vita in camper può offrire.
Il giorno seguente visitiamo la meta che ci eravamo prefissi fin dall'inizio, e che avevamo dovuto rimandare a causa del meteo: la Val Fondillo.
Trascurando l'aspetto dell'eccessiva antropizzazione all'ingresso alla valle (centro visita del parco, parcheggio a pagamento etc), posso dire senza ombra di dubbio che la Val Fondillo rappresenta una delle vallate più belle che abbia mai visto, dal vivo o in tv. Assimilarla a quel che nell'immaginario collettivo rappresentano i Giardini dell'Eden, non è affatto azzardato. Ovunque l'occhio possa spaziare, la valle offre immensi prati fioriti, boschetti e colline gremite di alberi. Il verde trionfa qui in ogni sua forma. Non manca l'acqua ovviamente: il torrente fa da sfondo all'intero percorso, accompagnandoci col suo allegro gorgoglio. Visitiamo anche la così detta Grotta delle Fate, ubicata in una radura nascosta a circa centro metri dal sentiero. E' un luogo in cui non ci si stupirebbe di incontrare ninfe a bagnarsi nel fiume, o folletti nascondersi fra gli alberi. L'aspetto più singolare della grotta è il suono che emette: l'acqua sgorga dall'interno della cavità, producendo degli echi che non avevo mai udito prima. Un luogo davvero incantato, grazioso, un vero gioiello.
La Val Fondillo mi ha lasciato sensazioni di pace e ammirazione che poche altri luoghi mi hanno trasmesso (uno di questi è Le Cento fonti). E' uno di quei paradisi che non possono in alcun modo essere descritti, né da foto né da parole: bisogna vedere di persona.

In definitiva, sono certo che la visita al Parco Nazionale D'Abruzzo rimarrà impressa nella mia mente come una delle più belle avventure naturalistiche mai vissute. Senza dubbio ci tornerò presto.

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