Lago di Garda, azzurro fra le montagne (seconda parte)

Uno degli indimenticabili tramonti di Castelnuovo del Garda


La giornata seguente è forse la più interessante dal punto di vista paesaggistico. Prendiamo il battello dal Malcesine diretti a Riva del Garda, con fermata intermedia a Limone del Garda. Dal mezzo del lago possiamo apprezzare appieno la magnificenza delle coste montuose settentrionali. In particolare quando siamo in prossimità di Riva del Garda, le montagne sul litorale ovest raggiungono un'imponenza impressionante, stagliandosi dal livello del lago fino a vette di oltre 2000 metri. Indimenticabili le vie di Riva del Garda: le severe creste rocciose spiccano fra i cornicioni delle case, sovrastando i vicoletti del borgo. Nella piazza vicina alle sponde del lago, la visuale si amplia a donare uno spettacolo davvero unico: l'azzurro dell'acqua, la piazza del borgo, le immense pareti di queste montagne che nulla hanno da invidiare ai più grandi colossi alpini o appenninici.
Il Lago di Garda ci ha donato nel complesso emozioni davvero sfaccettate: dalle dolci sponde del sud, immerse in atmosfere magiche, dove passeggiare osservando le scintille del tramonto accendere l'acqua, per giungere ai panorami ben più austeri ed estasianti della parte nord. Inutile dire che sarebbe necessaria almeno una settimana per visitare tutti i borghi, i castelli e le ricchezze culturali che questo luogo è in grado di offrire, ma purtroppo sono costretto a sottolineare l'ospitalità davvero pessima riservata ai camperisti. Parcheggi pressoché inesistenti, camping in luoghi scomodi, aree attrezzate neanche l'ombra, tutto a pagamento...e multe ingiustificate. Una macchia negativa in un luogo dalle bellezze naturali davvero incomparabili. Purtroppo gli esseri umani amano colonizzare, privatizzare e fare business di ogni cosa, anche di quelle che dovrebbe essere per antonomasia, patrimonio di tutti.

Commenti

Intextos ha detto…
Non mi sorprende che non esistano parcheggi o aree di sosta libere per camperisti...sei nel nord,padania,capisci a me...
Fabio
Ric ha detto…
In effetti...l'ho appurato a mie spese...da questo punto di vista preferisco la situazione delle regioni meridionali, in particolare parlo dell'Abruzzo. Meno servizi,ok...meno organizzazione, ok...Ma anche meno etichette e fumo negli occhi...e soprattutto natura incontaminata, e sotto molti punti di vista, più umanità.
Anonimo ha detto…
Ciao Ricky, invece io vorrei sapere come si fa in 4 anni a trasformare un piccolo immobile in eredità in un parco case (mi riferisco alla prima parte della tua storia, prima del terremoto).Grazie
Donato
Ric ha detto…
Ciao Donato, la risposta è semplice: facendo le scelte giuste al tempo giusto, cosa che oltre a capacità imprenditoriali richiede, come tutte le cose, un buona dose di fortuna.
L'immobile da cui sono partito aveva un valore iniziale relativamente basso, che tramite determinati interventi (non solo di ristrutturazione, anche di fusione e ridefinizione degli spazi interni) ha acquisito un valore di gran lunga superiore. Ho successivamente puntato i miei investimenti in un paesino chiamato Roio, con un rapporto redditività/capitale investito a dir poco allettante, e grandi prospettive di incremento delle quotazioni, vista la vicinanza di importanti Facoltà. Questo a grandi linee. Chiaro: non ho tramutato il bronzo in oro. Avevo un patrimonio di partenza pari a 10, che grazie pure al momento favorevole nel mercato delle compravendite immobiliari che ha avuto il suo culmine nel 2007, sono riuscito a far fruttare (solo in valore di capitale immobilizzato ho ottenuto incrrementi di oltre il 50%), e soprattutto è divenuto in grado di generare un reddito fisso di oltre 1000 euro al mese. A questo aggiungi anche un'oculata scelta dei finanziamenti, che ho più volte estinto e riaperto a seconda dell'andamento dei tassi...e il gioco era fatto.
Al momento del sisma stavo concludendo un'operazione con cui avrei fatto un ulteriore balzo...ma purtroppo è andato tutto a farsi benedire..
Comunque se hai domande specifiche, chiedi pure...

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