Santo Stefano di Sessanio: uno dei borghi più belli d'Italia

Uno dei pittoreschi scorci del paese...
17-18-19 Maggio
Piazzola sosta fianco strada vicino lago di S.Stefano Sessanio (ottimo per la notte, locanda nelle vicinanze, paese a due passi)

Adagiato fra le montagne del Gran Sasso, circondato da immensi altipiani che meritano la fama di "piccolo Tibet", sorge uno dei borghi più belli d'Italia: Santo Stefano di Sessanio.
Descrivere la poesia di Santo Stefano di Sessanio e il senso d'incanto che si prova nel passeggiare fra le sue vie, è impresa non da poco.
La nostra visita a Santo Stefano è avvenuta in due momenti, pomeriggio e notte.
Come riassumere lo splendore di questo borgo? Un trionfo di grazia? Un capolavoro artistico?
No, credo che Santo Stefano non possa essere descritto. I portoncini in miniatura con tanto di montanti e arcate, i cortili nascosti, i porticati composti da colonne, archetti e capitelli in pietra lavorata, le graziose coperture in legno, i vasi di fiori disposti all'ingresso di negozi e abitazioni, le fontane...tutto ciò dev'essere visto, non descritto.
In questo paese senti cinguettare le rondini che nidificano sotto gli archetti a un paio di metri sopra la tua testa, puoi passare da una via all'altra attraverso pertugi larghi appena 30 centimetri, trovi locande di liquori e decotti dove respirare atmosfere ormai dimenticate. Poi c'è il negozietto di prodotti locali: appena entri il profumo dei formaggi ti porta l'acquolina in bocca, poi ti guardi intorno e sei circondato da vasetti di conserve avvolti nella stoffa, scopri i prodotti dell'artigianato locale, e se ti avvicini alla finestrella sulla parete in fondo, sarai al cospetto di montagne innevate, valli e colline verdi.
Ovunque, mentre cammini per le viuzze, devi soffermarti ad osservare, come ti trovassi in una galleria d'arte. Ogni scorcio è un dipinto. Dalla balaustra di una scaletta in pietra, o dall'imbocco di un vicoletto, potrai stupirti e sorridere osservando le curiose prospettive di archi che si intersecano con muri in pietra dove si affacciano magnifiche finestrelle in legno. Poi d'un tratto ti soffermerai in un luogo che ti colpisce in modo particolare, magari di fronte la Bottega delle Arti e dei Mestieri, lungo Via degli Archi, e vorrai rimanere in silenzio, ad ascoltare. Ti renderai conto che ogni cosa, abitazioni, locande, negozi, vicoli, archetti, piazzette, scalette, è parte di un'opera che ti ha toccato il cuore.
In questo luogo l'architettura sembra sbocciata, attraverso i secoli, con la naturalezza e la spontaneità di un fiore, e il tempo ha voluto custodirla così, graziosa, semplice ed incorrotta.
Descrivere il paese di notte, poi, è puramente utopistico. Passeggiare attraverso i vicoli di Santo Stefano, nel silenzio più assoluto, con l'aria che ti punge il viso, avvolti dall'odore di lampade ad olio, sorpresi di tanto in tanto dal frullo d'ali di una rondine che ti passa sulla testa, soffermandosi ad osservare scorci pittoreschi immersi nella luce ambrata delle lanterne, è un'esperienza che rimane nel cuore e non può essere riferita a parole. E' come essere vittima di un incantesimo. Di colpo ti trovi all'interno di un villaggio fantastico, dove vivono cavalieri, furfanti, e chissà quali creature misteriose. Posso assicurarvi che in quel silenzio, di notte, queste fantasie diventano più concrete della realtà. Dicevo alla mia ragazza: “Non sarebbe da stupirsi se ora da quell'angolo buio vedessimo sbucare un viandante incappucciato diretto a una locanda. Magari Aragorn.”
Sono contento di aver visitato Santo Stefano in questo periodo: non credo che ad Agosto, in mezzo a mille turisti, avrei percepito le stesse magiche sensazioni.
Questa tappa rappresenta una pietra miliare della mia esperienza in camper (che devo ringraziare, in quanto mi ha permesso di visitare il paese anche di notte).
Un incontro con la fantasia, e con me stesso, che mi mancava. Mi mancava davvero.

Vorrei aprire una parentesi a parte riguardo l'anziano negoziante che ci ha ricevuti nella bottega di Nonna Peppina, in uno degli angoli più suggestivi del paese. Ci ha parlato delle sue preoccupazioni, del calo di turisti in seguito al terremoto. E' stato un momento che ricordo con particolare affetto; parlare con gli anziani di un borgo piccolo come Santo Stefano è come scoprire un velo, conoscere un pezzetto del suo cuore pulsante. Forse ho scoperto un pezzetto triste, è vero...ma autentico.
Per chi conosce Final Fantasy, entrare in quella bottega mi ha fatto sentire tanto il protagonista di una di quelle epopee fantastiche, che di tanto in tanto portano i personaggi all'interno di piccoli villaggi dove poter riposare e parlare con le persone del luogo, sempre alle prese con i loro problemi. Peccato che in questo caso non ho potuto far niente per aiutare il nostro amico. Ho solo acquistato un pezzo di formaggio che ho degustato le sera stessa nel mio camper...inutile dire che dopo l'assaggio mi sono ripromesso di andare l'indomani a prenderne un pezzo più grande. Purtroppo non è stato possibile: il giorno in questione era giovedì, e la bottega di Nonna Peppina era chiusa.
Speriamo che per il nostro amico le cose si sistemino, e i turisti tornino a frotte. Anche se, personalmente, ho preferito che in quest'occasione il paese fosse deserto.
A presto, magico Santo Stefano.

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